Garlasco: DNA, corruzione e l'ombra di Sempio. Le nuove indagini sul giallo Chiara Poggi 

Pubblicato il 20 ottobre 2025 alle ore 21:13

di Tania Amarugi

A 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi e dalla condanna definitiva di Alberto Stasi, il caso Garlasco torna a dominare le cronache giudiziarie, minando le certezze acquisite e riaccendendo i dubbi.

Le indagini avviate a marzo 2025 dalla Procura di Pavia, basate su nuove analisi genetiche e reperti mai esaminati a fondo, hanno creato un terremoto che coinvolge un ex procuratore, un amico della vittima e il ruolo dei media.
Il fulcro delle ultime vicende è l'inchiesta per corruzione a carico dell'ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti. Secondo l'accusa della Procura di Brescia, Venditti avrebbe ricevuto somme di denaro e altre utilità in cambio dell'archiviazione della posizione di Andrea Sempio, un amico di Chiara, indagato nel 2017. Il 26 settembre 2025 sono scattate le perquisizioni a carico di Venditti e dei familiari di Sempio, ma il Tribunale del Riesame di Brescia ha successivamente annullato il decreto di sequestro, disponendo la restituzione di cellulari e computer.
In parallelo all'indagine su Venditti, la posizione di Andrea Sempio è tornata sotto la lente d'ingrandimento della giustizia: è stato nuovamente iscritto nel registro degli indagati per l'omicidio di Chiara Poggi.

Questa decisione è stata presa in seguito a nuove analisi del DNA, che hanno evidenziato la compatibilità di un profilo parziale, trovato sotto le unghie della vittima, con la linea maschile della famiglia Sempio. Dopodiché, lo stesso Sempio ha deciso di revocare il mandato al suo legale, Massimo Lovati, e di nominarne uno nuovo, l'avvocato Liborio Cataliotti, che ha annunciato una nuova strategia difensiva: «Ci distinguiamo da Lovati, non parleremo della posizione di Stasi», ha dichiarato Cataliotti, evidenziando la volontà di concentrarsi esclusivamente sulla difesa di Sempio, senza toccare la posizione di Stasi.
Mentre il caso si riapre su nuovi fronti, la posizione di Alberto Stasi resta immutata. A febbraio 2025, la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha respinto il suo ricorso, definendolo infondato e confermando l'equità del processo che ha portato alla sua condanna. Tuttavia, programmi televisivi come Le Iene hanno continuato a sollevare dubbi sulla verità processuale, presentando nuove piste e testimonianze che suggeriscono la possibilità di una "nuova verità".
Le indagini proseguono e il prossimo passo sarà l'approfondimento dei test sul DNA per comprendere appieno le tracce genetiche trovate sotto le unghie di Chiara. Al contempo, si continuerà a indagare sulla pista che coinvolge l'ex latitante Flavius Savu, che ha dichiarato di avere elementi decisivi per il caso.

Il caso Garlasco, lungi dall'essere chiuso, si arricchisce di nuovi e inquietanti elementi, mantenendo l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica su uno dei misteri più complessi della cronaca nera italiana.

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.