Carceri italiane al collasso: sovraffollamento e strage di suicidi  

Pubblicato il 20 ottobre 2025 alle ore 07:02

di Tania Amarugi

La situazione delle carceri italiane nel 2025 rimane grave, caratterizzata da un sovraffollamento cronico, un drammatico aumento dei suicidi e condizioni di vita spesso inumane, come denunciato da diverse associazioni e istituzioni.

Nonostante i ripetuti allarmi da parte di organizzazioni come l'Associazione Antigone e il richiamo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le criticità del sistema penitenziario persistono. 

Il sovraffollamento è il problema più evidente e strutturale. Secondo i dati aggiornati a settembre 2025, il numero di detenuti superava le 63.000 unità, a fronte di una capienza ufficiale di poco più di 51.000 posti. Questo si traduce in un tasso di affollamento del 134%, con picchi del 150% e oltre in diversi istituti, rendendo insostenibile la gestione e le condizioni di vita. La situazione è particolarmente critica in alcune strutture, come il carcere milanese di San Vittore, dove il sovraffollamento supera il 230%. 

Il 2024 ha segnato un record tragico per il numero di suicidi in carcere, con 91 casi registrati. Anche nella prima metà del 2025, il trend non accenna a diminuire, con oltre 33 suicidi e numerosi altri decessi "per cause da accertare". Questi numeri drammatici evidenziano la disperazione che affligge molti detenuti e la profonda crisi del sistema, che non riesce a garantire un'adeguata tutela della salute mentale. 

In questo contesto di emergenza, la funzione rieducativa della pena, sancita dalla Costituzione, viene spesso compromessa. Il sovraffollamento e la carenza di risorse rendono difficile l'attuazione di percorsi di reinserimento efficaci. L'Associazione Antigone, nel suo rapporto di metà anno, ha messo in evidenza come, oltre alle condizioni degradanti, si registri una crescente tensione interna nelle carceri. A ciò si aggiunge il costante allarme sulla carenza di personale della Polizia Penitenziaria, che opera in condizioni di stress e difficoltà. Sovraffollamento e non solo, degrado strutturale, spazi fatiscenti e invivibili, spesso troppo ridotti, celle non riscaldate o senza acqua calda né doccia, con bagni a vista, celle con materassi in terra, spazi inferiori ai tre metri quadrati. Più di un terzo della popolazione carceraria è tossicodipendente e moltissimi con problemi mentali che rimangono quasi privi di cure mediche adeguate anche per carenze di personale medico e di risorse. 

Le istituzioni europee, in particolare il Comitato anti-tortura del Consiglio d'Europa, hanno più volte espresso preoccupazione per l'aumento del sovraffollamento e la gestione del sistema penitenziario italiano, sottolineando la necessità di affrontare con determinazione il problema. Nonostante ciò, le misure adottate dal governo non sembrano aver invertito la rotta. L'annoso problema si ripropone con drammatica evidenza, richiamando l'attenzione di chi, come l'Osservatorio Carcere delle Camere Penali, sollecita interventi urgenti per riportare il carcere entro i confini della legalità costituzionale e della dignità umana. 

Il quadro delle carceri italiane nel 2025 è quello di un sistema al collasso, incapace di gestire le sfide poste dalla popolazione detenuta e di rispettare i principi fondamentali dei diritti umani. Le crescenti proteste da parte dei detenuti e le indagini su presunti maltrattamenti in alcune strutture evidenziano una situazione di tensione che richiede un'azione immediata e concreta. Il silenzio mediatico che a tratti cala sul tema viene spezzato solo dai numeri tragici dei suicidi, a ricordarci che l'emergenza è tutt'altro che risolta.

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