Emad Al Jaber, la sua storia d'inclusività, un'eccellenza medica: storia di cuori

Pubblicato il 29 dicembre 2025 alle ore 07:00

di Rita Bruno

Solitamente, una storia si comincia a raccontarla sempre dall'esordio, dal suo inizio per stabilire il tono e l'atmosfera. Successivamente, lo sviluppo o parte centrale del racconto riguardano le sfide, gli ostacoli, l'evolversi della situazione e la crescita del protagonista. Per arrivare alla fine del racconto cercando la risoluzione, l'obbiettivo raggiunto, il cambiamento del protagonista, con la speranza sempre di un lieto fine.  

L'Ambrogino d'oro nel 2023

L'Ambrogino d'oro è la massima onorificenza civica del Comune di Milano, conferita ogni anno il 7 dicembre proprio il giorno del patrono della città Sant'Ambrogio a cittadini che si distinguono per meriti speciali a favore della comunità Milanese. Trattasi di un'antica moneta d'oro Milanese, l'ambrosino con l'immagine di Sant'Ambrogio e riconosce il contributo al bene comune attraverso diverse categorie come la medaglia d'oro e l'attestato di civica benemerenza, riconoscimento di gratitudine per chi ha dato un contributo speciale alla città.

Alcuni volti noti hanno ricevuto il titolo nel 2024 tra i quali la partigiana Sandra GilardelliAntonia Madella Noja, presidente dell'associazione Tog (bambini e ragazzi con gravi patologie neurologiche), l'informativo Mario Donadio, il giornalista Enrico Mentana e tanti altri.

Nel 2023, Emad Al Jaber è stato insignito dell'Ambrogino d'oro, per il suo contributo eccezionale alla cardiochirurgia e alla comunità Milanese.

- La sua tecnica innovativa il suo impegno per migliorare le cure cardiache sono un esempio permolti -

Le sue origini

Emad Al Jaber è un cardiochirurgo di fama, nato in Giordania nel 1978, trasferitosi in Italia nel 1997 per studiare, noto per la sua umanità, la sua professionalità nel Centro di Cardiologico Monzino di Milano dove dirige la chirurgia mini-invasiva ed endoscopia, ha una forte dedizione nel salvare vite, soprattutto le vite preziose di bambini. Il suo ruolo all'interno dell'ospedale come Direttore dell'Unità di Cardiologia mini invasiva ed endoscopia.

- Ad ogni difficoltà che capitava, pensava alle lacrime della madre che rappresentavano il gran senso di sacrificio della famiglia per andare avanti -  

L'infanzia con la sua evoluzione

Emad Al Jaber nasce nelle terre di discendenza palestinese, terre complicate e difficili. Ha quattro  fratelli. La sua famiglia decide di trasferirsi nell'estremo Sud dell'Arabia Saudita, al confine con lo Yemen per cercare un futuro migliore. Nel 1981, lo Yemen era un paese grezzo, strade sterrate e case costruite con fango rinforzato, niente elettricità. Per un po' di illuminazione e qualche trasmissione televisiva occorreva il collegamento sulla batteria dell'auto. Al Jaber ricorda che le auto non circolavano nel paese perché si interrompeva l'asfalto e, per addentrarsi tra le rocce e lo sterrato, era necessario il pickup.  Racconta che dietro a quel velo nero che portava la madre, come da tradizione, ogni giorno al calare della sera, notava piccole perle scintillanti e solo da grande capirà che, in realtà, erano lacrime di dolore e sofferenza nascosta per il sacrificio della famiglia per una vita migliore.

I genitori scelgono la strada dello studio per tutti i figli, ma la loro situazione economica non permetteva il mantenimento di tutti allo studio. Così Emad Al Jaber, da ragazzino che giocava per le strade sterrate del paese, prenderà la maturità in Giordania. Arriverà in Italia per perseguire gli studi all'università di facoltà di medicina di Ancona. Lavorerà tutte le sere per ben 6 anni presso una pizzeria, dove entra come lavapiatti e più tardi promosso a pizzaiolo. Le sue giornate erano suddivise in tre momenti: università, lavoro e studio. Prende la sua laurea in medicina in Italia e parte per l'estero ma ben presto farà rientro, trasferendosi a Milano per la specializzazione in cardiochirurgia. La sua sete di sapere e scoprire altre vie per curare non finisce.

- Migliorarsi e rinnovarsi per una nuova tecnica endoscopica, mini invasiva, curando senza lasciare traumi al paziente -  

Un intervento senza traumi, la sua tecnica

Operare il cuore con nuove tecniche, senza il trauma della sternotomia significa che non viene aperto il torace pur ricorrendo all'arresto del cuore e alla circolazione extracorporea. I traumi sono estremamente ridotti.

Con il team di cardiochirurgia dell'ospedale di San Bortolo di Vicenza, Emad Al Jaber ha effettuato il primo intervento di tutto il Medio Oriente e dei Paesi Arabi applicando questa tecnica nel più grande ospedale pubblico, Principe Hamza in Giordania. La tecnica innovativa, in endoscopia, prevede un piccolo taglio di appena 3 cm nella parte periareolare (intorno al capezzolo) nell'uomo e sotto mammaria nella donna. Con questa tecnica si evita dolore post operatorio al paziente, si riduce il rischio infezioni e  la necessita di trasfusioni. Un'operazione che comporta pochi giorni di degenza in ospedale, portando ad una più rapida ripresa della vita quotidiana e dell'attività lavorativa. Senza trascurare il lato psicologico, legato anche all'estetica che risulta importante soprattutto nelle donne. Con questa tecnica vengono trattate il 70% delle patologie cardiache come le patologie valvolari mitraliche, aortiche e tricuspidali, difetti congeniti (interatriale o ventricolari), patologie del ritmo come fibrillazione atriale. Emad Al Jaber ha così effettuato oltre 2000 interventi di endoscopia cardiaca.

La storia continua: un medico e non solo

Emad Al Jaber è una persona empatica, vicina a chi si trova in difficoltà, noto per i suoi interventi umanitari in territori di guerra e in aree svantaggiate.

Un medico d'eccezione, cardiochirurgo di fama che sceglie di sfruttare la sua esperienza per aiutare chi ne ha bisogno: spesso pro bono, con interventi gratuiti arrivando anche a coprire alcuni interventi a sue spese personali. Riconosce la sofferenza, il sacrificio, la malattia e la sua dedizione all'umanitarismo e alla medicina sociale è ampiamente conosciuta.

- Una storia d'inclusività che tratta i cuori, unendo persone di diverse culture e religioni, dimostrando che la medicina può avere una lingua universale - 

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.