Ritratto di un politico: Pedro Sànchez, Primo ministro di Spagna

Pubblicato il 22 dicembre 2025 alle ore 07:00

di Rita Bruno

Pedro Sànchez Pérez-Castejón nato a Madrid - Spagna nel 1972 ( 53 anni) è un politico  spagnolo e ha conseguito un Dottorato in Economia.  

Sposato con Begonia Gómez, nascono due figlie Carlotta e Ainhoa Sànchez Gómez.  Membro della Camera Bassa del Parlamento per la circoscrizione di Madrid (in Italia equivale a Deputato) ha ricoperto la carica di consigliere comunale di Madrid dal 2004 al 2009, di Segretario del Partito Socialista Operaio Spagnolo ( PSOE) dal 2014 al 2017 compreso e Leader dell'opposizione.

Attuale Presidente del governo di Spagna dal giugno 2018, pronto a ricandidarsi per il 2027 con lo scopo di contrastare l'estrema destra sia in Spagna che in Europa.

 

Situazione politica della Spagna 

La Spagna è una monarchia parlamentare presieduta da Re Filippo VI che assolve alle funzioni di Capo di Stato, e da un presidente del Governo (al 2025 Pedro Sánchez), che presiede il potere esecutivo. Il parlamento spagnolo si chiama Cortes Generales ed è un organo bicamerale composto dal Congresso dei Deputati (camera bassa) e dal Senato (camera alta) e detiene il potere legislativo dello Stato.

La Spagna, la sua evoluzione e i suoi progetti futuristici alla guida l'impegno del Primo Ministro 

Educazione sessuo-affettiva  - Trenta per cento in meno di uccisioni per femminicidio in 20 anni, coinvolgendo la giustizia, giudici e agenti di polizia, formazione di medici, campagne istituzionali mirate e sensibilizzazione soprattutto nelle scuole.  La necessità di agire prima sulla prevenzione che sull'inasprimento della pena.

In una intervista, la professoressa di sociologia all'Università di Parma Giulia Selmi conferma che i paesi che adottano questi percorsi di educazione sessuo-affettiva coprono maggiore parità e minore tolleranza verso discriminazioni e violenza di genere.

In Italia, approvato il 3 Dicembre u.s. il DDL Valditara* sull'educazione sessuale che introduce l'obbligo del consenso scritto dei genitori per medie e superiori, previa visione dei materiali. Il testo vieta queste attività all'infanzia e alla primaria.

Un limite:  sia per l'età adatta dei ragazzi, sia per l'indipendenza di insegnamento che per la scelta di poter aderire o meno a questi percorsi.

Contrastare la violenza di genere, conferma Giulia Selmi, non può dipendere dall'opinione della famiglia, non sono questioni private ma pubbliche.

Arriva nel rafforzare questa teoria anche l'UNESCO - Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, parlando di  educazione sessuo-affettiva integrata nei programmi scolastici per una visione lucida del problema e imparare a riconoscerlo concretamente.

La Spagna vuole un cambiamento e lo dimostra con i numeri.

*La Camera ha approvato il disegno di legge che introduce l'obbligo del consenso dei genitori per fare educazione affettiva nelle scuole.  

- Le garanzie del governo sono tre: stabilità, capacità di dialogo e risultati straordinari - (Pedro Sànchez)

Il disaccordo con Trump

Si parla del 5% del Pil, obiettivo NATO, entro il 2035 e include non solo le spese militari dirette circa del 3.5% del PIL ma anche spese accessorie per infrastrutture di sicurezza circa 1.5% del PIL, impattando potenzialmente il welfare e la sanità.

In Italia- Con l'obiettivo reale del 2% di PIL in spese militari, da oggi al 2035 l'Italia dovrebbe mettere sul tavolo della guerra ben 600 miliardi di euro. Fino al 2024, la voce di bilancio relativa alla spesa militare in Italia ammontava a 32 miliardi dovendo la far crescere fino a 2% del PIL effettivo verrebbe praticamente raddoppiato arrivando a 60 miliardi l'anno. Nel raggiungere il 5% del PIL l'Italia dovrebbe aggiungere ulteriore 40 miliardi l'anno fino alla cifra totale di 1000 miliardi in 10 anni, lo dichiara L'Osservatorio Milex.  

Se il PIL dovesse crescere il rischio concreto è che le spese militari possano toccare i 145 miliardi di euro l'anno, cifra non lontana dai 176 miliardi spesi dall'Italia nel 2023 per la spesa sanitaria complessiva.

In SpagnaLa Spagna stanzierà meno risorse possibili nelle spese militari e si oppone alla richiesta e Trump si infuria minacciando la Spagna di raddoppiare i dazi su Madrid come misura punitiva. Secondo l'opposizione del Premier Spagnolo Pedro Sanchez, contraria al riarmamento, la Spagna può raggiungere i propri obiettivi di capacità spendendo il 2,1% del PIL, senza compromettere il proprio modello sociale e ottiene così un'estensione al target senza chinare il capo.  Promessa fatta al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che non la vede di buon occhio.

Sànchez vuole evidentemente rischiare e pagare il conto con l'obiettivo di strategie politiche.

Il ruolo di Madrid nell'Alleanza Atlantica e la possibilità di altre nazioni nel seguire  il modello Sànchez muovendosi tatticamente dai target della spesa Nato potrebbe portare ad un nuovo sistema o cambiamento delle regole ?

- Tutti i leader dei 32 paesi della NATO hanno firmato l'impegno politico per portare le spese militari al 5% del PIL entro il 2035 - 

Scandali nella politica interna

Il Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) sta attraversando una fase complessa e contraddittoria del suo programma di governo.

Nelle ultime settimane,si è sommata una crisi morale e di credibilità provocata dall'uscita di diversi casi di presunte molestie e abusi sessuali che coinvolgono dirigenti ed esponenti del partito. Accuse rivolte a Francisco Salazar,  stretto collaboratore del Primo Ministro Pedro Sánchez.

Salazar è stato accusato di aver fatto commenti inappropriati sul corpo e sull'abbigliamento delle colleghe e di aver usato il suo potere per danneggiare la carriera di chi rifiutava le sue avances.

Una vicenda che colpisce al cuore l'identità pubblica di questo partito, mettendo in discussione i valori e i principi che lo hanno sempre caratterizzato essendo uno degli scopi del partito la lotta contro la violenza sulle donne.

La leader di Sumar della coalizione spagnola, Yolanda Díaz, ha chiesto a Sánchez di prendere misure più drastiche per affrontare la situazione, affermando che il PSOE deve o  cambiare oppure andarsene.

Situazione resa ancor più delicata dalla figura di Pedro Sánchez, leader del PSOE e Primo Ministro spagnolo, che si trova a dover gestire una crisi che potrebbe avere conseguenze significative sulla stabilità del governo e sulla credibilità del partito.

Il PSOE ha accettato le dimissioni di Salazar dalla sua carica, ma la crisi ha già crettato l'immagine del partito e del governo di Sánchez.

La situazione rimane tesa.  

L'indagine nota come - caso Koldo - che coinvolge esponenti del partito, tra cui l'ex ministro dei trasporti José Luis Abalos (arrestato e entrato in carcere) e il suo assistente Koldo Garcia, accusati di aver ricevuto  tangenti in cambio di favori negli appalti pubblici, visto  il coinvolgimento di Santos Cerdan, ex collaboratore del primo ministro Pedro Sanchez, accusato di corruzione e gestione di tangenti in cambio di appalti pubblici. Cerdan, comparso lo scorso 17 Dicembre 2025, davanti alla Commissione del Senato che indaga su questo caso si è dichiarato estraneo ai fatti e vittima di una caccia alle streghe politica, dichiarandosi disposto a dare battaglia per arrivare alla verità.

 - Gestire al meglio questa crisi sarà fondamentale per il futuro del PSOE e per la sua capacità di mantenere la leadership politica in Spagna, l'agenda politica già in secondo piano -

Il nucleare in Spagna 

Entro il 2035, la Spagna abbandonerà il nucleare, con la chiusura delle cinque centrali nucleari attualmente operative. Il governo di Sanchez ha approvato un piano per smantellare gli impianti e gestire i rifiuti radioattivi. Le centrali nucleari spagnole producono circa il 20% dell'energia elettrica del paese, il governo punta a sostituirla e puntando a fonti rinnovabili.

- La volontà della Spagna è ridurre i rischi associati al nucleare e investire nelle energie rinnovabili - 

In Italia, dopo il referendum del 1986 e del 2011 che hanno sancito l'uscita dal nucleare, il governo di Giorgia Meloni sta considerando la possibilità di riattivare il nucleare. Il Ministro dell'Energia Picchetto ha annunciato l'intenzione di costruire nuove centrali nucleari ma rimane aperto il dibattito.

- l'Italia potrebbe essere spinta dalla necessità di garantire la sicurezza energetica riducendo la dipendenza dalle importazioni di energia-

Differenze tra le due nazioni sulla politica energetica

Per quanto riguarda l'utilizzo di energia rinnovabili, la Spagna registra una quota più alta del 22,1%, rispetto all'Italia del 19,1% nel 2022.

Parlando dell'eolico La Spagna ha installato più di 28 GW di Potenza eolica mentre l'Italia ha installato circa 12 GW - (1 GW = 1.000.000.000 Watt).

L'Italia ha una capacità di installato solare più alta rispetto alla  Spagna grazie al Conto Energia, sistema di incentivazione per la produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici introdotto nel 2005,  il quale ha contribuito a ridurre le emissioni di CO2 e a migliorare la qualità dell'aria. Terminato nel 2013 a causa del costo degli incentivi troppo alti per lo stato italiano. La tecnologia fotovoltaica migliorata e abbassando i costi ha reso gli incentivi non necessari. Un successo sicuramente lasciando un debito pubblico significativo.

 -  In Italia, il costo dell'energia è nettamente superiore rispetto alla Spagna - 

Contratto di lavoro, modello per l'Europa?

La riforma realizzata dalla collaborazione di Sànchez con Yolanda Dìaz, volto della sinistra spagnola e Ministra del lavoro, offre stabilità occupazionale, incentivando come prima riforma, la conversione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.

La seconda riforma chiave trattasi della riduzione dell'orario lavorativo da 40 ore a 37.5 ore settimanali con l'obiettivo di arrivare a 32 ore.  

La terza riforma invece, porta all'aumento del salario minimo a 1.184 € mensili su 14 mensilità per il 2025, con un incremento del 4,41% rispetto al 2024.  Da notare che nel 2018, il salario minimo spagnolo era fissato a € 735.00 per arrivare ad un aumento attuale del 61%.  

- Il dibattito politico spagnolo apre un quesito:  quanto deve pagare di Irpef chi percepisce il salario minimo? -

Fin quando il lavoratore rientra nel no tax area, resta esente ma nell'aumento minimo di anno in anno per l'adeguamento dei salari all'inflazione si introduce il pagamento Irpef.

A spese del lavoratore ?

Non proprio. Il governo è a favore dell'aumento dei rimborsi dell'Erario estendendo il tetto delle deducciones (oneri deducibili) restituendo così l'intero importo al lavoratore. Importante risultato per la collaborazione tra il governo spagnolo e sindacati con l'accordo raggiunto a beneficio del lavoratore.

- È l'inizio di un percorso verso una maggiore giustizia sociale e equità in Spagna -Yolanda Dìaz

In Italia si continua ancora nel discutere sull'introduzione di un salario minimo, si parla di una proposta di legge per introdurre un salario minimo di €9 l'ora.

Una scommessa sulla mobilità sostenibile 

Il Premier spagnolo definisce questa proposta una scommessa categorica sulla mobilità sostenibile, misura rilevante per la vita quotidiana dei propri concittadini che porterà beneficio alla classe media lavoratrice.

Un abbonamento unico per viaggiare in tutto il paese a costo forfettario di 60 euro al mese entrerà in vigore a partire da metà gennaio 2026 Sanchez precisa che l'abbonamento avrà un costo ridotto pari a € 30 per i giovani sotto i 26 anni di età.

Trattasi di utilizzare tutti i treni a media percorrenza, treni pendolari e autobus statali.

Piace l'idea di Sanchez a Elly Schlein, dichiarando essere un chiaro segnale politico, un modello che permetterà di ridurre del 60% le spese di viaggio, semplificando l'accesso al trasporto pubblico e rafforzando la coesione sociale con un'attenzione particolare per i giovani.

- Il Premier del governo spagnolo Pedro Sànchez nominato Persona dell’Anno 2025, dedicata una copertina speciale da L’Espresso -  

La Spagna senza dubbio sta evolvendo e sta cambiando. Un governo attento all'utilizzo dei fondi del PNRR, fondi  inferiori non come quelli percepiti dal  Governo Italiano con la differenza di una gestione più adeguata. Una grande politica energetica, con una bolletta al cittadino molto contenuta. La rivalutazione del mondo del lavoro sotto aspetti molteplici, incentivi per le aziende che assumono all'incirca come sul territorio nazionale italiano. Record degli occupati tra i 24 e 35 anni, in Italia abbiamo un popolo di lavoratori con un gran bagaglio d' esperienza ma di età molto avanzata.

Una rapida integrazione degli immigrati e soprattutto una crescita del numero dei lavoratori, grazie a queste politiche la popolazione è aumentata : unendo questi fattori il risultato è che la Spagna cresce mediamente del 3%.  

Aumentando le entrate fiscali, il debito pubblico spagnolo diminuisce grazie a investimenti, nuove tecnologie, una burocrazia molto più snella rispetto a quella dell'Italia,  la pressione fiscale è al 37%, in Italia invece al 44%, una giustizia civile molto più snella e veloce di quella italiana.

Non è tutto oro quel che luccica,  la Spagna ha ancora tanti problemi da sviluppare come abbiamo visto ma le intenzioni sono buone, con alla guida un Premier che di economia ne ha fatto una ragione di studio,  a riprova parlano i numeri.

Leggere i commenti del pubblico sotto ai post o articoli dedicati al modello spagnolo, spinge ad una riflessione: possibile una fuga dei nostri giovani e figli per un nuovo futuro verso la Spagna ?

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