BuBu Settete: chi ha paura della casa nel bosco?

Pubblicato il 24 novembre 2025 alle ore 07:00

di Carlotta Degl'Innocenti

La premier Meloni e il Ministro della Giustizia Nordio valutano l'invio di ispettori per verificare il procedimento del Tribunale dei minori dell'Aquila. Al di là dell’assordante schiamazzo mediatico, i tre bambini tolti alla loro famiglia, che vive in una casa nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, sono sotto shock dopo il loro trasferimento in una casa famiglia a Vasto.

 

Quanto fervore da parte dei media nel voler raccontare la storia della famiglia nel bosco dando il via allo scoop in una caccia alle famiglie che vivono nelle campagne, come se fossero fenomeni da baracconi in stile "donna barbuta" da esibire alle fiere. E così, il quotidiano La Repubblica azzarda con i neologismi, parlando di famiglie “Neorurali” nel definire i cittadini che hanno deciso di vivere nelle campagne, fuori dai contesti cittadini mentre Fanpage tira fuori il “nuovo” studio che che sostiene che le stufe a legna danneggiano i polmoni in modo simile al fumo di sigaretta, insinuando i pericoli dell’inquinamento domestico per chi vive in un contesto alternativo.  

Il tutto in un grande clamore che rievoca il misterioso "grande capo” di Lars von Trier, dove la teoria dell’assurdo tira in ballo lo spettatore nell’inutilità delle formalità del nostro sistema dove il "grande capo" diventa poi il "grande grande capo" poi il "grande grande grande grande capo" che però non si vedrà mai e che forse non è neanche mai esistito.

Infine, la stessa Selvaggia Lucarelli, come Giovanna d’Arco, ha forse sentito la chiamata e il dovere di esprimere la sua opinione, in una crociata moralista con la quale ammonisce la visione bucolica e idilliaca della famiglia, portando a casa un clamoroso fuori tema.

L’unico elemento saggio è emerso dalle testimonianze dei concittadini intervistati dalla RAI, che si sono stretti al dolore della famiglia, vittima di una sentenza senz'altro discutibile: “Mia madre fino a 100 anni ha vissuto in campagna senz’acqua e riscaldamento” oppure “vivevano tranquilli, i bambini stavano bene, non li hanno mai maltrattati”. 

La famiglia nella casa nel bosco: Meloni, Nordio, Salvini e la Magistratura

Tornando alle cose serie, nel "toto notizie", spunta il commento dello stesso Ministro e Vice presidente del Consiglio Matteo Salvini il quale ha espresso il desiderio di andare a conoscere la famiglia, chiedendosi come mai i bambini dei Rom che vivono in condizioni peggiori senza andare a scuola, nel degrado degli accampamenti e che vengono sfruttati per furti e le elemosina non sono toccati dagli assistenti sociali.

Il caso è arrivato anche sul tavolo del Governo. Si apprende che il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la premier Giorgia Meloni hanno parlato della vicenda. La Meloni, come riporta Rainews, avrebbe espresso preoccupazione nell'apprendere che i bambini, separati dalla loro madre nella stessa struttura, possono stare con lei solo in determinati orari. Secondo le indiscrezioni, la premier sta valutando l'invio di ispettori del ministero della Giustizia per verificare la gestione del procedimento dal tribunale dei Minori dell'Aquila.

Immediata la replica dell'Associazione nazionale magistrati denunciando il pericolo di "strumentalizzazione del caso" ribadendo che la decisione del giudice "si fonda su valutazioni tecniche: sicurezza, condizioni sanitarie, obbligo scolastico".

Tuttavia l'avvocato della famiglia Giovanni Angelucci all'indomani del trasferimento dei bambini ha annunciato d'impugnare la decisione, sostenendo che "nella sentenza sono state scritte falsità"  spiegando che "nell'ordinanza si insiste sull'istruzione dei minori che, secondo i giudici, non avrebbero l'autorizzazione all'homeschooling. Alla più grande viene anche contestato l'attestato di idoneità per il passaggio alla classe terza perché non ratificato dal ministero. Attestato che - spiega il legale difensore- invece, c'è ed è anche protocollato". 

Cosa nasconde la casa nel bosco di Palmoli?

In rete, già circolano numerose idee di complotto sulle reali motivazioni che avrebbero portato le autorità a dividere la famiglia: oltre alla mancata scuola parentale, smentita del legale e alla non idoneità della casa, vi è anche l'accusa che i genitori avrebbero rifiutato di sottoporre i figli ad alcune vaccinazioni obbligatorie per cui -per legge - potrebbe incorrere a sanzioni pecuniarie. 

In ultimo, è rispuntato sui sociali un articolo pubblicato da Il Centro nel 2024, intitolato "No alle quattro pale alte 180 metri. Così Palmoli boccia il piano eolico" riguardante il progetto “Parco Eolico Abruzzo” che prevede la costruzione di 11 torri eoliche da 6 MW ciascuna, distribuite nei comuni di Cupello, Fresagrandinaria, Palmoli, Tufillo e Furci. Un progetto che ha incontrato una forte opposizione da parte dei cittadini ma anche di numerosi comuni in quanto devastante per il paesaggio. Secondo quanto riporta il quotidiano, molti stranieri negli ultimi anni avrebbero acquistato casali nell'area e si sono opposti al parco eolico, tanto da aver incaricato un legale e avrebbero scritto anche al sindaco di Palmoli. Si vocifera che la casa del bosco rientrerebbe proprio nell'area del parco eolico e che la famiglia si sarebbe rifiutata di venderla.  

La Provincia di Chieti e l’Autorità di bacino hanno dato parere negativo su parti del progetto, ma l’iter con il Ministero della transizione starebbe proseguendo. Chissà se qualcuno abbia voluto punire la famiglia che darebbe fastidio, colpendola negli affetti , per allontanarla da quel luogo? 

Casi analoghi: il dramma delle famiglie 

Il dramma di Catherine Birminghan e di suo marito Nathan Trevallion non è un caso isolato. Recentemente, ad un’altra famiglia, in provincia di Arezzo, sono stati portati via i figli con tanto di volanti dei carabinieri e i bambini prelevati violentemente e trascinati nelle auto, come emerge dalle telecamere di sicurezza, diffuse in rete. Secondo le testimonianze riportate da Barbara Banco e Antonio Bilo Canella, i genitori da quasi un mese, non hanno notizie di dove siano finiti i loro figli.

Perché? Quanta violenza in un mondo già di per sé violento. Non possiamo dimenticare la facilità con la quale gli assistenti sociali prendono determinate provvedimenti ed esprimono giudizi fuorvianti, con le loro schede alla mano senza accertare i fatti. Padri separati dai figli perché le ex mogli li hanno denunciati per violenza o addirittura per pedofilia solo per vendetta, facendosi sì che al padre venga vietato di vedere i figli. Dai dati, emerge che nell’80% dei casi si tratta di accuse false, condannando di fatto un padre a sostenere un processo che dura anni, ad essere allontanato dai figli e a vederli magari un’ora a settimana, in presenza degli assistenti sociali. In quale misura, chi prende determinate decisioni procedurali, ne risponde? Chi risarcisce il trauma provocato ai bambini o il dramma recato ad una famiglia?  

Non dimentichiamo, il caso del Forteto e Bibiano che ha fatto emergere il business delle case famiglie. 

Casa nel bosco: dal processo mediatico al sostegno della popolazione

In questo marasma burocratico, i social sono impazziti e tra i migliaia di commenti in un botta e risposta tra avvocati del diavolo e i “bucolici nostalgici della tastiera”, spuntano “mémé” con vignette che ritraggono la mamma di Cappuccetto rosso che invita la bambina a passare dal bosco e non dalla città perché ci sono i giudici cattivi oppure la vignetta in cui un padre rispondendo alle figlie le avverte dei pericoli d’incontrare nei boschi assistenti sociali, avvocati e giudici. 

Per esprimere il sostegno alla famiglia è stata promossa una petizione Salviamo la famiglia che vive nel bosco che ha già raccolto oltre 131mila firme mentre per sabato 6 dicembre è stata indetta una Manifestazione a Roma per la famiglia nel bosco e per la libertà educativa, dalle 14:00 alle 16:00 in Piazza Santi Apostoli, Roma (vicino al Ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità). 

 

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