di Tania Amarugi
Decine di migliaia i casi irrisolti in Italia, ma i dati ufficiali smentiscono il legame sistematico con il mercato nero di organi. Fuga di minori non accompagnati la causa principale.
L'Italia continua a fare i conti con l'emergenza delle persone scomparse. Secondo i dati del Ministero dell'Interno, il fenomeno delle persone scomparse è significativo.
Nel 2023 sono state registrate 29.315 denunce di scomparsa. Di queste, 14.159 persone sono state ritrovate (di cui 188 decedute), mentre 15.156 denunce rimanevano attive. In media, si registrano circa 80 denunce di scomparsa ogni giorno in Italia e la maggior parte delle denunce riguarda minori e cittadini stranieri.
Dei quasi 30.000 casi di denuncia del 2023, circa la metà è stata risolta con il ritrovamento della persona, viva o purtroppo deceduta. Le denunce ancora attive superano le 15.000 unità, cifre che pesano come macigni sulle famiglie coinvolte.
Nel 2024 sono scomparse in Italia circa 68 persone al giorno, una media inferiore rispetto al 2023, mentre sono aumentati i ritrovamenti. I dati completi per l'anno sono disponibili nella Relazione annuale del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse.
Tratta degli esseri umani
Il legame con il traffico di organi rimane una pista non confermata dai fatti. Le inchieste giornalistiche e gli approfondimenti investigativi indicano che, sebbene il traffico di esseri umani esista a livello globale e coinvolga l'Italia come paese di transito o destinazione, il fine ultimo è quasi esclusivamente lo sfruttamento lavorativo, sessuale o l'accattonaggio. Il mercato nero di organi, per come viene spesso rappresentato, non trova riscontro in un'emergenza nazionale sistematica legata alle persone scomparse in Italia.
Categorie vulnerabili
La categoria più vulnerabile e numerosa è quella dei minori stranieri non accompagnati (MSNA). Moltissimi di loro si allontanano volontariamente dai centri di accoglienza, spesso per migrare verso altri paesi europei o per ricongiungersi a parenti, finendo però nella rete della criminalità organizzata. È qui che il rischio di sfruttamento è altissimo, ma sempre nell'ambito della tratta di esseri umani, non specificamente per l'espianto di organi.
L'Osservatorio nazionale sul traffico e la vendita di organi (istituito per legge, a testimonianza dell'attenzione sul tema) monitora il fenomeno, ma le evidenze in Italia sono marginali rispetto ad altre forme di criminalità.
La disinformazione e la creazione di allarmismi infondati rischiano di distogliere l'attenzione dalle vere cause delle sparizioni: fragilità sociali, problemi familiari e la vulnerabilità dei migranti.
Priorità nelle ricerche tempestive
Per le forze dell'ordine e le associazioni che si occupano di persone scomparse, la priorità rimane l'avvio tempestivo delle ricerche e il contrasto alla tratta a scopo di sfruttamento in tutte le sue forme.
I fatti ci dicono che l'orrore delle persone scomparse in Italia ha radici complesse e dolorose, ma che la pista del traffico di organi, nel contesto nazionale, è più un'ombra mediatica che una realtà investigativa consolidata.
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