di Rita Bruno
A Torino, lo scorso 27 agosto, un'anziana cagnolona di 11 anni con il nome di un fiore, Linnea, è stata trovata morta, uccisa a martellate dal padrone
Possono nascere dubbi su chi dovrebbe in pratica salvaguardare animali e occuparsi dei nostri amici a quattro zampe nell'amore assoluto? Fermi tutti: si, assolutamente, i sospetti possono ricadere proprio su chi li dovrebbe tutelare.
Il proprietario di Linnea, indagato per l'uccisione del povero animale, era un ex attivista deI Fronte Animalista, movimento nato con l'obiettivo della liberazione animale. L'uomo, sessantenne, fu poi allontanato dal movimento, per i suoi comportamenti violenti e legati all'alcol.
La morte di Linnea
Secondo quanto appreso, i vicini di casa del sessantenne, a fine agosto 2025, fecero una segnalazione per un forte odore che proveniva dall'appartamento dell'uomo e che ormai aveva invaso anche la palazzina. Il corpo del povero animale, ucciso a colpi di martello fu ritrovato sul letto di casa.
La storia dell'unico indagato
Disoccupato con un passato non proprio tranquillo, ex galeotto delle carceri lombarde per accuse di violenza domestica, il proprietario di Linnea divideva la sua vita tra la propria abitazione di via Sospello a Torino e quella della madre, ricoverata in RSA, dove si sarebbe trasferito dopo aver ucciso il cane.
Linnea era stata adottata all'età di 1 anno e soffriva di demenza senile. Oltre a lei, l'uomo aveva anche altri due esemplari tra i quali un cane di taglia grande e un cane intestato alla madre, ora entrambi affidati al canile.
Si può parlare di recidiva?
Chi commette atti di violenza su un animale ha maggiori probabilità di commetterla anche su un essere umano. Chi commette violenza su un animale può avere una mancanza di empatia e di rispetto per la vita, il che può aumentare il rischio di violenza anche sugli esseri umani. Vi è una correlazione nei due sensi comprovato da studi scientifici.
Dal canto suo, l'indagato ad oggi non a rilasciato nessuna dichiarazione neppure attraverso il suo avvocato mentre diverse associazioni animaliste hanno già annunciato di costituirsi parte civile nel processo.
Riflessione
L'uomo andrebbe interdetto: mai più in possesso di animali. La relazione tra la violenza sugli animali e la violenza sugli esseri umani è complessa e bidirezionale. È fondamentale identificare correttamente i fattori di rischio e i meccanismi psicologici che possono contribuire a questi comportamenti, come il ciclo di violenza, la mancanza di empatia, il trauma e lo stress, la disregolazione emotiva e i problemi di salute mentale.
L'intervento tempestivo e il supporto possono aiutare a prevenire la violenza e ridurre il rischio di comportamenti violenti futuri. Inoltre, le segnalazioni da parte dell'entourage di questi soggetti sono di massima importanza. Non a caso, lo stesso FBI negli Stati Uniti ha provveduto ad avviare un data base in cui inserire soggetti violenti nei riguardi degli animali proprio in virtù di queste correlazioni.
*La Legge n. 82/2025, entrata in vigore il 1° luglio 2025, introduce significative modifiche al Codice penale italiano per quanto riguarda la violenza sugli animali.
Ecco cosa cambia :
- *Pene più severe*: le pene per i reati di uccisione e maltrattamento di animali sono state aumentate. Ad esempio, l'uccisione di animali può comportare la reclusione da 6 mesi a 3 anni, o fino a 4 anni se l'uccisione avviene con sevizie o crudeltà, insieme a una multa fino a 60.000 euro.
- *Maltrattamento di animali*: la pena per il maltrattamento di animali è stata aumentata a reclusione da 6 mesi a 2 anni e una multa fino a 30.000 euro, con possibilità di aggravanti in caso di recidiva o crudeltà.
- *Abbandono di animali*: l'abbandono di animali può comportare l'arresto fino a 1 anno o una multa da 5.000 a 10.000 euro.
- *Spettacoli e combattimenti*: le pene per gli spettacoli e combattimenti che coinvolgono animali sono state raddoppiate, fino a 4 anni di reclusione e fino a 160.000 euro di multa.
- *Affidamento degli animali sequestrati*: gli animali sequestrati potranno essere affidati ad associazioni animaliste o privati affidatari riconosciuti idonei, anche prima della sentenza definitiva.
- *Divieto di tenere animali alla catena*: è stato introdotto il divieto di tenere animali alla catena, salvo esigenze sanitarie o temporanee, con una sanzione amministrativa da 500 a 5.000 euro.
*Queste modifiche rappresentano un importante passo avanti nella tutela degli animali in Italia e si allineano ai principi europei e internazionali che riconoscono gli animali come esseri viventi degni di tutela propria.
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