Il mio coraggio: il libro/denuncia di chi resiste contro un sistema fiscale spietato

Pubblicato il 8 dicembre 2025 alle ore 07:00

di Massimo Gervasi

Un diario di dolore, dignità e resistenza

Recentemente la casa editrice italiana Be Strong Edizioni ha dato alle stampe "Il mio coraggio. Diario di 18 anni di lotta con Agenzia delle Entrate e riscossioni", autobiografia di Amabel: una donna che ha vissuto sulla propria pelle gli effetti di un sistema fiscale e burocratico che, secondo lei, si trasforma in una forma di “strozzinaggio legalizzato”.

Dalle prime pagine emerge subito la grandissima sfida che ha affrontato: errori, a volte causati da professionisti di fiducia, che si sono trasformati in anni di cartelle, debiti, crisi economica. Un percorso iniziato quando, per inesperienza e fiducia, Amabel si era affidata a un commercialista. Quando i debiti e le cartelle sono arrivati, senza un flusso di entrate costante, aggravato da una crisi anche del settore edilizio, in cui operava, per lei è cominciato l’incubo. Prestiti, finanziamenti, un impegno continuo per non soccombere di fronte a richieste di pagamenti che, nella sua esperienza, risultavano ingiuste.

Non contenta, ha scelto di trasformare il proprio calvario in un diario, lettere, email, telefonate, documenti, ogni traccia di una guerra che per molti resta invisibile. Il diario è diventato un libro, con il chiaro intento di dare voce a chi come lei era caduto nelle maglie di un sistema asfissiante.

Un sistema con un nome: Agenzia delle entrate‑Riscossione (ex Equitalia)

Per comprendere l’importanza e la drammaticità della storia di Amabel, è utile fare chiarezza su come funziona la riscossione dei debiti in Italia. Fino al 2017, la riscossione sul territorio era delegata ad Equitalia. Con la riforma fiscale, le funzioni passano all’ Agenzia delle entrate-Riscossione, ente pubblico economico che oggi gestisce su base nazionale riscossioni, cartelle esattoriali, pignoramenti e misure coattive.

Secondo critici e analisti, questo sistema, pensato per contrastare l’evasione fiscale, ha finito per “soffocare” moltissimi piccoli contribuenti: procedure automatiche, carichi che si accumulano, interessi, misure invasive come pignoramenti anche in presenza di condizioni economiche difficili.

È in questo contesto che si inserisce la battaglia, personale, eppure tragicamente condivisa, di Amabel. Un racconto come il suo può servire da testimonianza per quanti si trovano inghiottiti da un sistema che raramente dà tregua.
Una testimonianza che vuole farsi portavoce.

Nel libro, Amabel non si limita a denunciare: racconta, prova, documenta. Vuole che la sua esperienza diventi un riferimento.

Identità da dietro uno pseudonimo. Decide di usare uno pseudonimo perché le vittime di queste situazioni spesso rischiano ritorsioni: menziona nomi, situazioni delicate, persone reali. E non vuole che la sua vita privata e il suo lavoro ne soffrano.

Il desiderio di fare emergere un fenomeno collettivo. Ha scoperto che moltissime persone, imprenditori, liberi professionisti, cittadini con partita IVA, vivono la sua stessa angoscia. Il libro è per loro, per far sì che la loro voce, fino ad oggi inascoltata, abbia peso.

Una chiamata alle istituzioni e alla società. Nel testo non mancano proposte, riflessioni, inviti al cambiamento. Amabel spera che il suo racconto apra gli occhi a chi giudica “a compartimenti stagni”, senza sapere realmente cosa significhi essere travolti da questo tipo di burocrazia.

Perché “Il mio coraggio” merita di essere letto

È un documento autentico, un diario reale, non un romanzo inventato: ogni cartella, ogni telefonata, ogni notte insonne sono fatti concreti. Questo lo rende potente e veritiero.

Fa luce su un problema sociale poco visibile. Molti vivono il dramma del debito da riscossione in silenzio, con la vergogna di sentirsi colpevoli. Il libro mette in scena quella vergogna, la trasforma in rabbia, e infine in voce.

Può essere utile a molti. Non solo a chi è già in difficoltà, ma anche a chi cerca di capire come funziona il sistema, a chi valuta di aprire una partita IVA, a chi teme di affidarsi a un consulente senza conoscere le conseguenze.

È un invito alla consapevolezza collettiva. Amabel non punta solo a raccontare la sua storia: punta a far sì che si crei una rete di solidarietà, informazione, comprensione, per cambiare davvero le cose.

Leggendo il libro emergono critiche e domande, tanti gli stimoli che ti attanagliano
Quanto è diffusa questa situazione? Quanti italiani sono sottoposti oggi a procedure di riscossione che rischiano di diventare “infinite”? Il sistema di riscossione in Italia, con pignoramenti, cartelle esattoriali e misure coattive, ha spesso scarso margine di flessibilità.

Cosa significa “resa” per un contribuente in difficoltà? Quando un debito, magari causato da errori non suoi, diventa insostenibile, le opzioni legali e realistiche cosa offrono? Il contesto normativo prevede procedure di riscossione sia extragiudiziali che giudiziali, ma spesso richiedere assistenza tecnica e legale.

Quanto può cambiare la sensibilità sociale? Un libro come questo può scuotere le coscienze, ma serve più,serve rafforzare l’informazione, la tutela. Serve che storie come quella di Amabel non restino isolate.

Una lotta che continua e che non va ignorata

“Il mio coraggio” non è un libro comodo. Non è un libro di evasori o di drammi privati. È un grido, una testimonianza, un invito a guardare.

La storia di Amabel è,o potrebbe essere, la storia di molti. E scriverla, raccontarla, condividerla, è un atto di coraggio. Per lei. Per chi vive o ha vissuto la stessa condanna silenziosa. Per chi sa che dietro un numero su una cartella c’è una vita.

E in un momento storico come questo, con un’economia precaria, un tessuto sociale fragile, troppa burocrazia,“Il mio coraggio” funziona da specchio: mostra ciò che spesso non si vuole vedere.

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