di Tania Amarugi
Pochi sanno che, sin dal 2024, si trova in un carcere egiziano una cittadina italiana Nessy Guerra, nata a Rimini, 25 anni di età perché il marito italo-egiziano, dal quale si stava separando, l’ha accusata di adulterio; lui in Italia è stato condannato per violenza sessuale, stalking e lesioni nei confronti della precedente compagna, ma la certificazione di ciò non è stata trasmessa al Tribunale egiziano.
Sulla giovane donna, durante il processo, sono state acquisite foto intime con il volto oscurato per dimostrare la frequentazione con altri uomini e la sentenza di condanna è già stata emessa con cui la figlia viene affidata al padre.
Gli avvocati di Nessy Guerra per tentare di far affidare la bambina di circa tre anni alla nonna, al termine del processo di secondo grado, hanno convinto la donna a convertirsi all’Islam ma ad oggi ancora non è stato trasmesso all’autorità giudiziaria egiziana il certificato penale del marito.
Ad oggi, dopo il question time del 4 luglio 2024 in Senato, i numerosi appelli, compreso quello andato in onda il 25 giugno nella trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”, non si conoscono le condizioni di salute di Nessy Guerra e cosa stia facendo il Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale per tutelare i diritti umani della nostra concittadina e della sua bambina.
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