Costruire l’alternativa: il futuro dell’Italia parte da oggi

Pubblicato il 29 settembre 2025 alle ore 07:00

di Redazione

Da oggi prende avvio una tornata elettorale cruciale: si vota in Marche e Valle d’Aosta, poi sarà la volta di Calabria, Toscana, e successivamente di Campania, Puglia e Veneto.

Quasi 20 milioni di cittadini saranno chiamati alle urne. Non si tratta soltanto di un test per centrodestra e centrosinistra: queste elezioni rappresentano il primo passo del cammino che ci condurrà alle politiche del 2027.
Il sostegno ai candidati del centrosinistra in tutte le regioni è doveroso e convinto. Ma oggi, più che mai, serve una riflessione: come trasformare l’unità faticosamente raggiunta in un vero progetto di alternativa di governo, capace di restituire fiducia e prospettiva al Paese.

Un’alternativa è necessaria perché, in tre anni di governo Meloni, l’Italia non ha saputo esprimere una linea chiara né in politica estera né nelle scelte strategiche sul piano economico e sociale. In un mondo segnato da conflitti e instabilità, il nostro governo non ha assunto posizioni nette contro derive autoritarie, ha mostrato ambiguità nei confronti di Putin e Netanyahu e non è riuscito a costruire alleanze solide in Europa.

Sul fronte interno, le priorità fondamentali, sanità, scuola, lavoro, sono state trascurate. Noi, invece, proponiamo un salario minimo di 9 euro l’ora, investimenti veri nella sanità pubblica e nell’istruzione, strumenti che restituiscano dignità e diritti a chi oggi vive in difficoltà. Anche sul fisco, mentre la maggioranza ha approvato una delega rimasta lettera morta, il centrosinistra indica la strada di una riforma progressiva e redistributiva, per dare equità e futuro.

Non mancano esempi concreti: la Regione Toscana ha varato leggi innovative sul turismo, sul fine vita, sul salario minimo, subito osteggiate e impugnate dal governo centrale. È la dimostrazione che quando il centrosinistra governa, lo fa con coraggio e visione.

C’è poi l’urgenza di dare risposte ai giovani. Matteo Ricci, candidato nelle Marche, ha messo sul tavolo due proposte forti: un assegno da 15.000 euro per i neolaureati, da investire in formazione o impresa, e l’esenzione da Irap e Irpef per cinque anni a chi sceglie di restare o tornare nella propria terra. È questa la direzione: fermare l’emorragia di talenti e restituire speranza.
In Parlamento, il Partito Democratico ha già avanzato proposte concrete: incentivi per la mobilità sostenibile, trasporto pubblico gratuito per i giovani, piani di coesione per le aree interne, politiche industriali ed energetiche per ridurre l’impatto ambientale e rilanciare l’economia.

E infine, la partita delle riforme: no al presidenzialismo, all’autonomia differenziata e a una riforma della giustizia divisiva, che indeboliscono la democrazia e spaccano il Paese. L’Italia ha bisogno di riforme nuove, moderne, che guardino all’Europa e ne condividano i principi: scuola, giustizia, fisco, lavoro devono avere una base comune e non frammentata. Le riforme del futuro devono unire, non dividere.

Oggi più che mai, serve un’Europa che sia faro e motore di una nuova stagione di coesione, diritti e sicurezza, non solo militare, ma anche sociale, ecologica, democratica.
È questa la sfida: costruire un’alternativa forte, unita, credibile. Un’alternativa che non si limiti a resistere, ma che sappia proporre, innovare, guidare.

Un’alternativa che restituisca agli italiani la speranza e la certezza che il cambiamento è possibile, che il futuro può essere migliore, e che insieme possiamo costruirlo.

(Fonte: Comunicato stampa #MarcoSimiani)

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