Giornalisti incarcerati, minacciati e uccisi: la libertà di stampa a rischio in tutto il mondo

Pubblicato il 1 dicembre 2025 alle ore 20:50

di Tania Amarugi 

Secondo i dati più recenti di organizzazioni come Reporter Senza Frontiere (RSF) e la Federazione  Internazionale dei Giornalisti (IFJ), i giornalisti incarcerati nel mondo si attesta tra i 516 e i  567 alla fine del 2024 e inizio 2025, a seconda del rapporto specifico e dei criteri di inclusione.

Queste  cifre riflettono un trend preoccupante, con un aumento costante degli arresti e delle detenzioni  arbitrarie di professionisti dei media, spesso senza un giusto processo. I giornalisti non muoiono per  caso, ma vengono uccisi o imprigionati dai regimi per il loro lavoro di informazione

Secondo quanto riporta dall'Agenzia Agi questi numeri sono cresciuti perché la professione giornalistica è sempre più scomoda”.

Giornalisti incarcerati: classifica dei paesi

Il Paese in testa alla classifica sarebbe la Cina con 114 casi, poi Myanmar con 62 e la Russia con 52.  Segue la Bielorussia con 49 giornalisti in carcere, il Vietnam con 38. Sia in Israele, che IranAzerbaigian ci sono 26 operatori dell’informazione ristretti.

Molte sono anche le donne giornaliste  imprigionate, in particolare, 11 in Cina, 12 in Russia, 11 in Bielorussia e in Azerbaigian e 8 in  Myanmar. Nel novero dei giornalisti presenti nelle carceri ci sono anche freelance, reporter  investigativi, traduttori, documentaristi e membri di associazioni umanitarie 

Secondo Rsf, ci sono anche 55 i giornalisti tenuti in ostaggio: 38 in Siria, nove in Iraq, quattro in  Yemen, due in Mali, uno in Messico e uno in Camerun.   

La professione giornalistica si conferma una delle più rischiose al mondo. I dati recenti diffusi dalle principali organizzazioni per la libertà di stampa dipingono un quadro allarmante, con decine di  professionisti dell'informazione uccisi nell'esercizio delle loro funzioni. Il conflitto in corso nella Striscia di Gaza è emerso come l'epicentro di questa violenza. 

Rischi per i giornalisti

Questi numeri eccezionalmente alti evidenziano i rischi immensi che i reporter devono affrontare. Già nel 2023, si registrava una media di un giornalista o operatore dei media ucciso ogni quattro  giorni a livello globale; nel 2024, questa frequenza è salita a uno ogni tre giorni, indicando  un'escalation della minaccia. 

Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) ha chiesto indagini approfondite su ogni singolo  caso, specialmente per i giornalisti palestinesi uccisi a Gaza. Le organizzazioni per i diritti umani  sottolineano che la copertura mediatica dal campo è fondamentale, poiché è grazie al coraggio e alla  determinazione di questi giornalisti che i cittadini del mondo non possono "distogliere lo sguardo"  dalle atrocità in corso, come evidenziato in un recente discorso del giornalista australiano Kerry  O'Brien.

Minacce e violenze ai giornalisti

Oltre ai conflitti armati, i giornalisti devono fare i conti con minacce legali, violenza fisica e attacchi  online. Quasi il 75% delle donne giornaliste intervistate dall'UNESCO ha subito violenza online, e  una su quattro ha ricevuto minacce fisiche o di morte. L'uso crescente dell'intelligenza artificiale per  amplificare gli abusi, attraverso deepfake e doxxing, rappresenta una nuova e insidiosa sfida per la  sicurezza dei media. 

La comunità internazionale è chiamata a rafforzare le azioni per contrastare la violenza e l'impunità  per i crimini commessi contro i giornalisti, garantendo che possano svolgere il loro ruolo vitale di  informazione senza timore di ritorsioni. Le fonti per questi dati includono organizzazioni come RSF  e CPJ, i cui siti web offrono statistiche aggiornate e approfondimenti (ad esempio, è possibile  consultare il sito ufficiale di RSF o il sito del CPJ per maggiori informazioni).

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